Contributi alle PMI dell’indotto ILVA: il Fondo MIMIT a sostegno delle imprese fornitrici
Nome ufficiale della misura
La misura è istituita come “Fondo a sostegno delle imprese dell’indotto della società ILVA in amministrazione straordinaria”, ai sensi dell’articolo 1, commi 201–205, della legge 30 dicembre 2024, n. 207 (Legge di Bilancio 2025).
Link ufficiale del decreto attuativo (bando base)
Il decreto interministeriale 6 novembre 2025, che definisce criteri, beneficiari e modalità di accesso al Fondo, è pubblicato sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), nella sezione normativa, con il titolo legato al “Fondo a sostegno delle imprese dell’indotto della società ILVA in amministrazione straordinaria”.
1. Finalità del Fondo e contesto dell’intervento
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha istituito un Fondo dedicato alle piccole e medie imprese dell’indotto della società ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria. L’obiettivo è sostenere la continuità operativa delle aziende che lavorano per gli impianti siderurgici ILVA, fornendo beni e servizi connessi al risanamento ambientale o funzionali alla prosecuzione dell’attività produttiva.
Le imprese dell’indotto ILVA hanno spesso una forte concentrazione di fatturato verso pochi committenti e sono esposte in modo significativo a crisi industriali, rallentamenti produttivi e ritardi nei pagamenti. Il Fondo nasce quindi per preservare il tessuto produttivo e occupazionale collegato a ILVA, garantendo una boccata di liquidità tramite un contributo a fondo perduto strutturato su base triennale. (Senato della Repubblica)
2. A chi è destinato il bando (destinatari / beneficiari)
Sono beneficiarie del contributo le PMI che soddisfano contemporaneamente una serie di requisiti stringenti, definiti all’articolo 4 del decreto interministeriale del 6 novembre 2025:
- devono rientrare nella categoria di micro, piccole o medie imprese secondo la definizione europea (raccomandazione 2003/361/CE);
- devono operare sull’intero territorio nazionale, con sede legale o almeno un’unità operativa in Italia;
- devono aver realizzato, nell’esercizio 2024, oltre il 50% del fatturato nei confronti delle imprese che gestiscono gli impianti siderurgici della società ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria, attraverso forniture di beni o servizi collegati:
- al risanamento ambientale dei siti produttivi;
- oppure alla continuazione dell’attività degli impianti siderurgici.
In aggiunta, alla data di presentazione dell’istanza, le imprese devono:
- essere regolarmente costituite, iscritte e “attive” nel Registro delle imprese;
- non essere in liquidazione volontaria né sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie;
- non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi del D.lgs. 231/2001;
- non trovarsi in condizioni ostative previste dalla disciplina antimafia (D.lgs. 159/2011) o da altre norme che impediscono la fruizione di agevolazioni pubbliche;
- non avere aiuti illegali o incompatibili non rimborsati o non depositati su conto bloccato.
Si tratta quindi di una misura specifica e mirata alle sole imprese che dipendono in modo prevalente dai rapporti commerciali con ILVA in amministrazione straordinaria.
3. Area geografica di riferimento
L’agevolazione è rivolta alle imprese aventi sede legale o operativa in Italia, senza limitazioni a singole Regioni o aree di crisi specifiche.
Resta però essenziale il legame economico con gli impianti ILVA:
- conta dove si trova l’impresa, ma soprattutto da chi deriva il fatturato;
- il requisito chiave non è la collocazione nel territorio di Taranto o in altre aree storicamente connesse a ILVA, bensì il fatto che, nel 2024, l’impresa abbia fatturato la maggioranza dei propri ricavi da forniture a favore delle imprese che gestiscono gli impianti siderurgici ILVA in amministrazione straordinaria.
Questo consente di coinvolgere anche realtà che operano in altre Regioni, ma che sono strettamente collegate alla filiera produttiva ILVA.
4. Ente proponente, gestione e soggetti di supporto
Ente titolare del Fondo
- Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) – amministrazione responsabile dell’agevolazione e della gestione del Fondo.
Coinvolgimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF)
- Il decreto è adottato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in coerenza con la Legge di Bilancio 2025, che ha istituito il Fondo e ne ha previsto la copertura finanziaria.
Società di consulenza e soggetti che diffondono il bando
- Portali specializzati su bandi e agevolazioni (come FASI.eu) contribuiscono alla divulgazione operativa della misura e alla sintesi tecnica dei requisiti;
- strutture di consulenza aziendale, tra cui realtà come Atamai, possono supportare le imprese nella verifica dei requisiti, nella raccolta documentale, nella compilazione delle DSAN (dichiarazioni sostitutive di atto notorio) e nell’invio dell’istanza via PEC. (FASI)
5. Apertura e scadenza: stato della linea operativa
Nel decreto interministeriale del 6 novembre 2025 non sono ancora indicati i termini di apertura e chiusura per l’invio delle domande. Il provvedimento stabilisce che:
- le modalità operative e le date precise di presentazione delle istanze (inizio e fine) saranno definite con un successivo decreto direttoriale del Direttore Generale per gli incentivi alle imprese del MIMIT;
- lo stesso provvedimento metterà a disposizione anche lo schema di istanza e l’eventuale ulteriore documentazione da allegare.
Di conseguenza, apertura e scadenza risultano, a oggi, “Linea operativa”:
- non ci sono ancora date in formato GG/MM/AAAA;
- le imprese interessate devono monitorare il sito del MIMIT – sezione “Incentivi – Aggiornamenti” e la piattaforma Incentivi.gov.it, dove verrà pubblicato il decreto direttoriale con calendario e dettagli operativi. (MIMIT)
6. Entità e forma dell’agevolazione
Le risorse complessive disponibili per il Fondo sono pari a 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, per un totale di 3 milioni di euro sul triennio, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2025 e ribadito dal decreto interministeriale.
Forma dell’aiuto
- Contributo a fondo perduto in conto capitale, concesso nel rispetto della disciplina europea sugli aiuti “de minimis” (Regolamento UE 2023/2831).
Importi per singola impresa
Il contributo spettante a ciascun beneficiario si compone di due parti:
- Quota fissa:
- 20.000 euro per impresa ammessa (ventimila euro), destinata a tutte le PMI che superano positivamente le verifiche di ammissibilità e rientrano nei limiti di budget.
- Quota variabile:
- eventuale quota aggiuntiva, calcolata in base al peso del fatturato verso ILVA di ciascuna impresa rispetto alla somma dei fatturati di tutte le beneficiarie;
- tale quota utilizza le risorse residue non impiegate per la quota fissa;
- è distribuita in modo proporzionale e può portare il contributo complessivo di una singola impresa fino a un massimo pari a 5 volte l’importo determinato in prima applicazione del criterio proporzionale, fermo restando il limite de minimis.
Massimale de minimis
- L’importo non può superare 300.000 euro per impresa unica nell’arco di tre esercizi finanziari, in linea con il regolamento de minimis.
In sintesi: ogni PMI dell’indotto ILVA che risulterà ammessa avrà diritto ad almeno 20.000 euro, con possibilità di ottenere un importo più elevato in funzione del proprio livello di esposizione commerciale verso gli impianti ILVA e nel rispetto dei limiti del regime de minimis.
7. Spese e utilizzo del contributo: cosa finanzia in concreto
Il decreto non elenca singole voci di spesa come avviene nei bandi per investimenti materiali; il contributo ha natura compensativa / di sostegno alla liquidità per le imprese dell’indotto.
Ciò significa che, una volta erogato, il contributo può contribuire a:
- coprire costi generali e di struttura (affitti, utenze, personale, servizi);
- sostenere il fabbisogno di capitale circolante nelle fasi di rallentamento produttivo o di tensione di cassa;
- dare continuità a investimenti già avviati per migliorare la capacità operativa a supporto delle attività di risanamento ambientale o di gestione degli impianti;
- ridurre l’esposizione bancaria e rafforzare l’equilibrio finanziario, migliorando rating creditizio e capacità di accesso al credito.
È comunque fondamentale che il beneficiario conservi tutta la documentazione contabile e amministrativa utile a dimostrare la corretta gestione aziendale e la sussistenza dei requisiti dichiarati, poiché il MIMIT può effettuare controlli ex post e, in caso di irregolarità, revocare l’agevolazione.
8. Come e a chi presentare la domanda
La procedura di accesso al contributo è descritta in modo piuttosto dettagliato all’articolo 6 del decreto interministeriale:
- la domanda sarà presentata direttamente al MIMIT;
- l’istanza dovrà essere inviata esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo che verrà indicato nel decreto direttoriale di prossima emanazione;
- sarà reso disponibile uno schema di istanza standard da compilare con i dati dell’impresa e le informazioni richieste.
Contenuti minimi dell’istanza
Nella domanda l’impresa dovrà indicare, tra l’altro:
- dati anagrafici e identificativi dell’impresa;
- dichiarazione di possesso dei requisiti di ammissibilità (PMI, fatturato verso ILVA, regolarità iscrizione, assenza di cause ostative, ecc.);
- importo massimo di contributo richiesto, tenendo conto del limite de minimis;
- IBAN del conto corrente intestato all’impresa;
- indirizzo PEC per tutte le comunicazioni ufficiali.
Documenti obbligatori da allegare (in forma di DSAN)
All’istanza andranno allegate diverse dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà (DSAN), tra cui:
- DSAN che attesta il fatturato 2024 e la quota di fatturato conseguita verso le imprese che gestiscono gli impianti siderurgici ILVA, oltre al fatturato realizzato nei loro confronti nel 2023;
- DSAN relativa alla dimensione di impresa (micro, piccola, media);
- DSAN con i dati necessari per le verifiche antimafia;
- eventuale ulteriore documentazione che sarà puntualizzata nel decreto direttoriale.
La DSAN con i dati di fatturato deve essere firmata dal legale rappresentante e controfirmata:
- dal presidente del collegio sindacale o dal revisore unico;
- oppure, in assenza di questi organi, da un revisore legale, dottore commercialista, ragioniere o perito commerciale, consulente del lavoro, oppure dal responsabile di un CAF.
Per questo passaggio il supporto di un professionista abilitato è di fatto obbligatorio.
9. Criteri di valutazione e modalità di selezione (procedura valutativa)
La procedura è valutativa: non si tratta di uno sportello “a click day”, ma di una istruttoria in cui il MIMIT verifica requisiti e completezza delle istanze pervenute entro il termine che sarà indicato dal decreto direttoriale.
Principali passaggi della valutazione
- Al termine del periodo utile per l’invio delle domande, il MIMIT:
- assegna a ciascuna istanza un Codice Unico di Progetto (CUP);
- verifica completezza e regolarità della documentazione;
- controlla il possesso dei requisiti indicati all’articolo 4 (fatturato, dimensione, regolarità giuridica, assenza cause di esclusione).
- Per le istanze incomplete o non ammissibili, il Ministero comunica i motivi ostativi all’accoglimento, secondo quanto previsto dalla legge 241/1990 sul procedimento amministrativo.
- Per le istanze regolari, il MIMIT:
- calcola il contributo spettante sulla base delle regole di cui all’articolo 5 (quota fissa, quota variabile proporzionale, massimale de minimis);
- effettua, se necessario, le verifiche antimafia;
- adotta un decreto cumulativo di concessione delle agevolazioni, pubblicato sul sito del Ministero. Tale pubblicazione vale come comunicazione formale ai beneficiari.
Gestione in caso di risorse insufficienti
Se le risorse non sono sufficienti a coprire l’intero contributo teorico per tutte le istanze ammissibili, il decreto stabilisce che il MIMIT possa procedere a una riduzione proporzionale del contributo per tutti, nel rispetto dei criteri fissati.
Non è prevista una graduatoria “classica” basata su punteggi di merito; il criterio centrale è la presenza dei requisiti richiesti e la proporzionale ripartizione delle risorse disponibili.
10. Erogazione del contributo
L’agevolazione viene erogata direttamente dal MIMIT sul conto corrente indicato dall’impresa, in tre rate annuali di pari importo, compatibilmente con la disponibilità delle risorse relative alle tre annualità.
- La prima quota viene versata entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto cumulativo di concessione sul sito del Ministero, senza bisogno di un’ulteriore richiesta da parte del beneficiario.
- La seconda e la terza quota richiederanno invece una specifica istanza di erogazione, da presentare con modalità e termini che saranno definiti nel decreto direttoriale.
- Prima di ogni erogazione, il MIMIT effettua i controlli necessari per l’utilizzo di fondi pubblici (verifiche su RNA – Registro nazionale aiuti, antiriciclaggio e altri controlli previsti).
Il Ministero si riserva inoltre la possibilità, dopo l’erogazione, di svolgere controlli a campione sulla veridicità delle dichiarazioni rese nelle DSAN e, in caso di irregolarità, di procedere alla revoca totale o parziale del contributo e al recupero delle somme erogate.
11. Suggerimenti operativi e checklist pratica per le imprese interessate
In attesa del decreto direttoriale che aprirà ufficialmente i termini per la presentazione delle domande, le PMI dell’indotto ILVA possono prepararsi in anticipo, così da farsi trovare pronte quando la finestra temporale sarà definita.
Checklist operativa di base
- Verifica della qualifica di PMI
- accertare la corretta classificazione come micro, piccola o media impresa (fatturato, totale attivo di bilancio, organico medio annuo);
- predisporre una DSAN sulla dimensione d’impresa, che dovrà essere allegata all’istanza.
- Analisi del fatturato 2023–2024 verso ILVA
- estrarre dai bilanci e dalla contabilità i dati relativi alle vendite verso le imprese che gestiscono gli impianti siderurgici ILVA;
- verificare che nel 2024 il fatturato verso questi soggetti sia maggiore del 50% del totale;
- preparare una tabella riepilogativa da utilizzare per la futura DSAN, che dovrà essere convalidata da un revisore, commercialista, consulente del lavoro o CAF.
- Verifica della posizione giuridica e di regolarità
- controllare che l’impresa sia regolarmente iscritta e attiva nel Registro delle imprese;
- verificare che non vi siano procedure concorsuali aperte, provvedimenti di interdizione, cause ostative antimafia o situazioni che impediscano la concessione di aiuti pubblici.
- Monitoraggio del plafond de minimis
- ricostruire gli aiuti di Stato “de minimis” ricevuti negli ultimi tre esercizi (anche tramite consultazione del Registro nazionale aiuti);
- assicurarsi che vi sia spazio sufficiente per ricevere il contributo senza superare il massimale di 300.000 euro.
- Predisposizione dei canali di comunicazione
- verificare che la PEC aziendale sia attiva e correttamente funzionante;
- designare una persona interna (o un consulente) come referente per tutte le comunicazioni con il MIMIT.
- Organizzazione documentale
- predisporre i bilanci 2023 e 2024;
- raccogliere i contratti e le fatture rilevanti verso le imprese che gestiscono gli impianti ILVA;
- preparare un file riepilogativo che renda semplice la compilazione delle DSAN.
- Supporto professionale
- considerare fin da ora il coinvolgimento di professionisti abilitati (revisori, dottori commercialisti, consulenti del lavoro) sia per le controfirme delle DSAN, sia per la verifica dei requisiti;
- valutare l’assistenza di una società di consulenza specializzata in bandi e agevolazioni, come Atamai, per seguire passo passo la procedura, ridurre il rischio di errori formali e massimizzare l’importo ottenibile.
Preparare questi elementi in anticipo permette di ridurre drasticamente i tempi necessari, una volta pubblicato il decreto direttoriale con le date e l’indirizzo PEC a cui inviare le domande.
Scheda rapida del bando
- Titolo ufficiale della misura: Fondo a sostegno delle imprese dell’indotto della società ILVA in amministrazione straordinaria
- Ente proponente / gestore: Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze
- Beneficiari: PMI operanti sul territorio nazionale che, nel 2024, hanno realizzato oltre il 50% del fatturato verso le imprese che gestiscono gli impianti siderurgici della società ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria
- Area geografica: intero territorio nazionale (sede legale o operativa in Italia)
- Forma dell’agevolazione: contributo a fondo perduto in conto capitale, in regime de minimis
- Importo per impresa:
- quota fissa 20.000 €;
- quota variabile proporzionale al fatturato medio 2023–2024 verso gli impianti ILVA, nel limite del massimale de minimis (300.000 € per impresa unica)
- Stanziamento complessivo: 1.000.000 € per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027 (totale 3.000.000 € sul triennio)
- Apertura / Scadenza: da definire con successivo decreto direttoriale (stato: linea operativa)
- Modalità di presentazione: istanza via PEC al MIMIT, secondo schema e indirizzo che saranno indicati nel decreto direttoriale; obbligo di DSAN su fatturato, dimensione e requisiti antimafia, controfirmate da soggetti abilitati
- Procedura: valutativa, con istruttoria ministeriale, riparto proporzionale delle risorse e concessione tramite decreto cumulativo del Direttore Generale per gli incentivi alle imprese
- “Fondo MIMIT per le PMI dell’indotto ILVA: guida pratica al contributo a fondo perduto”
- “Contributi alle imprese fornitrici di ILVA: come funziona il Fondo a sostegno dell’indotto”
- “PMI dell’indotto ILVA: almeno 20.000 euro a impresa con il nuovo Fondo MIMIT”
- “Indotto ILVA in amministrazione straordinaria: sostegno alle imprese con contributi de minimis”
- “Fondo a sostegno delle imprese dell’indotto ILVA: requisiti, importi e prossimi passi operativi”
- “Agevolazioni per le PMI che lavorano con ILVA: istruzioni per accedere al Fondo MIMIT”
- “Contributi a fondo perduto per le imprese legate agli impianti ILVA: cosa prevede il decreto 6 novembre 2025”
- “Indotto siderurgico e risanamento ambientale: il Fondo MIMIT per le PMI collegate a ILVA”
Se la tua impresa rientra nell’indotto ILVA o se segui aziende che lavorano per gli impianti siderurgici in amministrazione straordinaria, è il momento giusto per preparare numeri, documenti e DSAN così da non perdere questa opportunità quando si aprirà la finestra per le domande.
Per essere accompagnato passo passo – dalla verifica dei requisiti alla predisposizione delle dichiarazioni, fino all’invio dell’istanza via PEC e al monitoraggio delle erogazioni – puoi contattare Atamai all’indirizzo e-mail: info@atamai.it.